Oramai tutti sanno che in Italia le regole non sono molto rispettate: non solo dall’indole dell’italiano medio ma anche, e soprattutto, da una burocrazia molto complessa e contorta.
Spesso le norme non sono divulgate da chi dovrebbe farlo e chi dovrebbe controllare non lo fa.
Tuttavia la legge parla chiaro e lo sottolinea all’interno di più decreti ministeriali in modo evidente.
I responsabili degli impianti sono gli Amministratori e i Gestori di locali (palestre, hotel, ecc…).
Ci sono dei parametri chiari da rispettare: sia per i condomini che per i locali pubblici è necessario effettuare da un minimo di 2 analisi di potabilità fino ad arrivare anche a 6-10 analisi all’anno (secondo i propri consumi) e conservarle per almeno 5 anni.
In caso di controllo il rischio è quello di incorrere in multe salate fino a € 60.000.
Facciamo un esempio pratico prendendo un’acqua campione di circa 70°F e, usando un addolcitore, rendiamola meno calcarea.
Pochi sanno che non sarebbe possibile scendere sotto i 25°F: il sodio immesso nell’acqua supera i parametri (n.d.r.: 200mg/l).
Anche in caso di durezza troppo bassa è indice di acqua non potabile.
Controlli in tal senso? Spesso solo se qualcuno ha problemi di salute.
Ad un problema di “non potabilità” l’amministratore è il responsabile.
Anche un impianto di addolcimento rimasto senza sale, oppure senza manutenzione può avere problemi gravi.
La manutenzione deve essere eseguita per legge da personale con le adeguate abilitazioni professionali e non dal caposcala o dal tutto fare improvvisato di turno.