Dieta e Calcoli Renali

Dieta e calcoli renali

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Dieta e calcoli renali

Per certi versi, il ruolo della dieta nella comparsa dei calcoli renali non è ancora stato pienamente chiarito.
Quel che è certo, è che nessun tipo di calcolosi può essere ricondotto unicamente ad un’alimentazione scorretta.
Il più delle volte, infatti, alla base del problema esiste una predisposizione di origine genetica, o comunque una malattia od un disturbo predisponente.
Anche per questo motivo non può esistere una dieta precisa ed universale per impedire la formazione dei calcoli renali.

 

Importanza dell’acqua nella prevenzione dei calcoli renali

Un’unica raccomandazione trova un consenso unanime da parte di medici e ricercatori.
Per contrastare la formazione dei calcoli renali è fondamentale mantenere idratato l’organismo assumendo le giuste quantità di liquidi con la dieta.

Così facendo, infatti, le sostanze presenti nelle urine vengono maggiormente diluite, per cui minori sono le possibilità che precipitino e si aggreghino.

L’apporto idrico deve sempre essere proporzionato al tenore dell’alimentazione e all’attività fisica, e mai esagerato.
Oltre al rischio di squilibri idroelettrolitici, il conseguente iper-lavoro di filtrazione renale potrebbe danneggiare la funzionalità dei reni in individui predisposti.

Il trattamento a base di acque minerali (trattamento idropinico) non può quindi essere protratto troppo a lungo o condotto con eccessiva leggerezza senza il preventivo consenso medico.

In genere, si consiglia un consumo di acqua pari a circa 2–3 litri al giorno, (volume urinario di 2 litri nell’arco delle 24 ore).

Si raccomanda tuttavia un generoso apporto di liquidi soprattutto nei periodi critici come:

  • pasti abbondanti,
  • durante la notte,
  • in presenza di perdite idro-saline a livello gastrointestinale (diarrea, vomito)
  • in caso di eccessiva sudorazione nel corso di esercizi fisici
  • soggiorno in un clima eccessivamente caldo-umido.

Attenzione anche ai viaggi lunghi, soprattutto in aereo.

In genere, urine di colore giallo molto pallido sono spia di una giusta idratazione, mentre è necessario aumentare l’apporto idrico se le urine appaiono di colore giallo scuro o marrone.

Spesso, in presenza di calcoli renali si consiglia di preferire l’acqua alle altre bevande, scegliendo preferibilmente acque oligominerali o minimamente mineralizzate.
Questo per contenere l’apporto di sodio e calcio, il cui aumento nelle urine può favorire la formazione di calcoli.

Caffè, tè e succhi di frutta sono alimenti ricchi di ossalati: per cui il loro consumo andrebbe limitato soprattutto in presenza di calcoli da ossalato di calcio.

Calcoli renali: perché non esiste una dieta uguale per tutti?

Oltre alla ridotta assunzione di liquidi, alcune abitudini alimentari possono favorire la comparsa di calcoli renali in individui predisposti; a tal proposito, è innanzitutto necessario stabilire con certezza quale tipologia di calcoli affligge il paziente, dal momento che le misure dietetiche utili a prevenire certi tipi di calcoli possono risultare controindicate dinanzi a calcolosi di origine diversa. Altre volte, come in presenza di calcoli di struvite che complicano le infezioni urinarie ricorrenti, la dieta ha scarso effetto preventivo; in questo caso, ad esempio, diviene indispensabile un trattamento antibiotico.

La dieta per i calcoli renali si prefigge essenzialmente tre obiettivi:

  • ridurre l’escrezione urinaria dei sali responsabili della formazione del calcolo;
  • aumentare il grado di diluizione di tali sali;
  • aumentare l’apporto delle sostanze, come ad esempio l’acido citrico, che possono inibirne la formazione;
  • ridurre i fattori che predispongono la precipitazione dei sali responsabili della formazione del calcolo.

Per quanto esposto, le variazioni dietetiche devono sempre essere prescritte e monitorate dal medico curante, che conoscendo “l’identikit chimico” dei calcoli renali può stabilire la dieta più indicata. I calcoli, infatti, non sono tutti uguali: possono essere composti da ossalato di calcio (i più comuni, presenti in circa il 70% delle calcolosi renali), fosfato di calcio (3–10%), urato di calcio (10%), struvite (10–20%) o cistina (1%).

pH delle urine

Urine acide sono associate a calcoli di cistina, xantine ed acido urico, mentre in presenza di urine basiche aumenta il rischio di concrezioni renali di fosfato di calcio, calcio carbonato, magnesio fosfato e struvite. I calcoli di ossalato di calcio, i più comuni, si sviluppano maggiormente in ambienti urinari neutri o alcalini.

Per quanto riguarda l’influenza della dieta sul pH urinario, si hanno tipicamente urine acide nelle diete ricche di carne, specie se conservata, ed urine alcaline nelle diete vegetariane o più in generale ricche di verdura e frutta (ad eccezione di prugne e mirtilli).

Il succo dei limoni ed il citrato di potassio sono due degli alcalinizzanti urinari più utilizzati, e come tali risultano particolarmente indicati in presenza di calcoli di cistina ed acido urico; in questi casi, le urine vengono alcalinizzate fino a valori di pH vicini alla neutralità (6,5-7). Superati valori di 7,5 aumenta il rischo di calcoli renali di fosfato di calcio, calcio carbonato, magnesio fosfato e struvite. In questi casi, l’alcalinizzazione delle urine finirebbe quindi col peggiorare il quadro clinico del paziente.

Carne e calcoli renali

Una dieta ricca di carne conduce più frequentemente ad una calcolosi renale di tipo urico.
A causa dell’eccessivo consumo di proteine, infatti, l’urina diviene più acida ed aumenta la quota di eliminazione di calcio ed acido urico, mentre si abbassa quella dei citrati (sostanze che impediscono la precipitazione di questi sali).

Nel caso vi sia una predisposizione a calcoli renali di origine urica (accumulo di acido urico) vanno limitati tutti quegli alimenti ricchi di purine come: acciughe, aringhe, sardine, crostacei, fegato, animelle, rognoni, cuore, selvaggina, oche e piccioni.
Va invece incoraggiata l’assunzione di alcalinizzanti urinari come il citrato di potassio ed il magnesio citrato.
Infatti, la solubilità dell’acido urico aumenta in misura sensibile con l’alcalinizzazione del pH delle urine, al punto che a volte la sola terapia medica con alcalinizzanti urinari è capace di dissolvere calcoli esclusivamente composti da acido urico.

Viceversa, in presenza di urine acide, l’acido urico tende a precipitare.
Per contro, e qui troviamo l’ennesimo invito a valutare con il medico ed eventualmente con il dietologo la dieta più indicata in presenza di calcoli renali, l’alcalinizzazione eccessiva delle urine (pH > 7) facilita la precipitazione dei fosfati di calcio.

Essendo ricchi di metionina (un aminoacido precursore della cistina), i prodotti ricchi di proteine andrebbero limitati anche in presenza di calcoli renali di origine cistinica, che allo stesso modo giovano – in ottica preventiva e terapeutica – dell’alcalinizzazione urinaria.

Verdura e calcoli renali

Alcune verdure, come bietole, barbabietole, spinaci e prezzemolo, sono particolarmente ricche di ossalati.
L’ingestione di quantitativi elevati di tali alimenti potrebbe favorire la comparsa di calcoli di ossalato di calcio.
In condizioni normali, circa il 20% dell’ossalato urinario proviene dalla dieta; il suo assorbimento intestinale aumenta in corso di malattie infiammatorie enteriche, in cui sono compresi morbo di Crohn, colite ulcerosa ed altri disordini meno frequenti.

Per l’apporto di acido folico, che contribuisce alla prevenzione del rischio cardio-vascolare associato ad iperomocisteinemia.
Una riduzione del consumo di questi alimenti potrebbe comunque essere sconsigliata dal medico.
Analogo discorso per l’apporto di vitamina K in pazienti che assumono farmaci anticoagulanti come il coumadin.
Da qui l’importanza e l’assoluta necessità di discutere preventivamente con il proprio medico qualsivoglia modifica dietetica in ottica preventiva, evitando qualsiasi estremizzazione dei concetti esposti nell’articolo.

Sale e calcoli renali

Una dieta ricca di sale e più in generale di sodio aumenta l’escrezione urinaria di calcio e riduce il pH delle urine e l’escrezione di citrato, favorendo così la formazione dei calcoli renali di ossalato di calcio.

Per questo motivo, e per evitare altre spiacevoli condizioni (ipertensione, sovrappeso, osteoporosi), si consiglia di non assumere più di 6-8 grammi di sale al giorno. In particolare, è bene fare attenzione a snack e cibi confezionati in genere, in quanto fonti “nascoste” ma molto importanti di sodio (vedi: il sale fa male?).

Calcio, vitamina D e calcoli renali

Il ruolo del calcio nella formazione dei calcoli renali è stato da sempre oggetto di numerosi studi e ricerche.
Oggi si è giunti alla conclusione che nella popolazione sana una dieta ricca di calcio non solo non predispone alla calcolosi delle vie urinarie, ma può addirittura prevenirla riducendo l’assorbimento di acido ossalico.

 

Di questo ne abbiamo già parlato nell’articolo “La leggenda dell’acqua che fa venire i calcoli renali

Viene perciò raccomandato un apporto giornaliero di 1200 mg di calcio di cui 800 mg forniti da latticini.

Un eccesso di vitamina D nella dieta – peraltro difficilmente realizzabile con la sola alimentazione – favorisce l’assorbimento intestinale di calcio causando ipercalcemia (eccesso di calcio nel sangue) ed ipercalciuria (eccesso di calcio nelle urine). Tale evenienza potrebbe verificarsi in un paziente che assume regolarmente integratori di calcio e vitamina D per combattere o prevenire l’osteoporosi.

Ossalati e calcoli renali

Un eccesso di acido ossalico nella dieta si è dimostrato particolarmente dannoso, in quanto favorisce la sintesi di calcoli renali di ossalato di calcio.
Esso è ubiquitario (si trova un po’ dappertutto), ma come ricordato alcuni alimenti ne sono particolarmente ricchi:  cioccolata, nocciole,  coca cola e  bevande gassate in genere, succhi di frutta, the, cavoli, piselli, asparagi, spinaci e rabarbaro.
Bisogna comunque sottolineare che in caso di iper-produzione fisiologia di ossalato, ridurre il consumo di questi alimenti previene sì i calcoli renali, ma lo fa soltanto in maniera marginale.
Ciò che quindi conta, ancora una volta, non è tanto l’introduzione complessiva di ossalati, quanto piuttosto il grado di assorbimento intestinale, la sintesi endogena e la relativa quantità di liquidi presenti nella dieta.
Ad ogni modo, in presenza di questo tipo di calcolosi è importante limitare il consumo di questi alimenti oppure introdurli insieme ad una fonte di calcio (integratori o latticini) in modo da ridurne l’assorbimento intestinale.
L’assunzione di alimenti ricchi di acido citrico o di potassio citrato, invece, sembra utile per ridurre la formazione di calcoli di ossalato di calcio nelle urine: il citrato, infatti, si salifica con il calcio riducendo la quota libera del minerale nelle urine.

Alcool e calcoli renali

L’escrezione renale di acido urico ed ossalati è aumentata dal consumo di alcool.

Dolci e calcoli renali

Un consumo smisurato di zuccheri con la dieta aumenta l’eliminazione di calcio nell’urina, di conseguenza il rischio che si formino dei calcoli. Inoltre, alcuni ingredienti tipici dei dolci (cacao) sono particolarmente ricchi di ossalato.

Fibre e calcoli renali

In presenza di calcolosi delle vie urinarie è consigliata una dieta ricca di scorie.
L’acido fitico contenuto negli alimenti di origine vegetale (verdura, frutta e cereali integrali) si lega con il calcio formando composti insolubili e non assorbibili.
Frutta e verdura aumentano inoltre l’eliminazione di citrati, sostanze molto efficaci nell’impedire la formazione dei calcoli.
Per questo motivo, il succo di limone – che contiene circa il 5-7% di acido citrico – è l’alimento ideale per chi soffre di calcoli renali (anche se, per il rischio di alcalinizzare troppo le urine, andrebbe limitato in presenza di calcoli di fosfato di calcio, calcio carbonato, magnesio fosfato, struvite o ossalato di calcio).

Potassio e calcoli renali

Secondo alcuni Autori gli alimenti ricchi di  potassio (fagioli, albicocche, piselli, patate, aglio e frutta secca) ridurrebbero l’escrezione urinaria di calcio senza interferire con l’assorbimento intestinale dello ione.

Vitamina C e calcoli renali

Anche un eccesso di vitamina C nella dieta sembra favorire la sintesi di calcoli renali, a causa dell’aumentata produzione endogena di ossalati.
Per tale ragione, specie se si ha una storia di calcolosi alle spalle, si raccomanda di limitare l’apporto dietetico complessivo di vitamina C (dieta più eventuali supplementazioni) a non più di 1 g al giorno.
Il rischio che la vitamina C possa metabolizzare in ossalati è superiore in carenza di piridossina (vitamina B6), come può succedere in caso di coliti con diarree ricorrenti.
Prima dell’assunzione di supplementi a base di vitamina C, quindi, i portatori di calcoli di ossalato di calcio dovrebbero eseguire ulteriori accertamenti medici.

Acqua, calcio e calcoli renali

Più che la qualità è importante valutare la quantità di acqua e più in generale di liquidi assunti con la dieta (brodo, tisane, succhi di frutta etc.).

Le persone predisposte ai calcoli renali dovrebbero pertanto sforzarsi di bere abbondantemente e ripetutamente nel corso della giornata (almeno 2 litri d’acqua).
In caso di predisposizione individuale, o per prevenire future recidive, tale quota può essere aumentata fino a 3 litri.

In generale, più che rispettare una quantità ben precisa di liquidi consumati, è importante adattare l’apporto idrico alla situazione ambientale.
Il controllo visivo dell’urina è un esame molto semplice che il paziente può effettuare per controllare il proprio stato di idratazione.
In particolare, le urine non devono mai apparire troppo scure o concentrate, dato che tale caratteristica aumenterebbe il rischio di formare calcoli renali.

Per allontanare il rischio di calcolosi delle vie urinarie è molto importante che la quantità di liquidi venga suddivisa equamente nell’arco della giornata.
Bevete un po’ di acqua anche prima di coricarsi.

Vanno invece evitate alcune bevande come:

  • il tè concentrato (ricco di ossalati),
  • coca-cola (assolutamente sconsigliata in caso di calcolosi fosfatiche)
  • alcolici (innalzano i livelli d’escrezione dell’acido ossalico e dell’acido urico).

Alcuni studi abbiano dimostrato che anche le acque minerali ricche di calcio possono costituire un fattore protettivo.
Tuttavia in presenza di calcolosi si consiglia in genere l’utilizzo di acque minimamente mineralizzate che, in quanto povere di sali minerali, favoriscono la diuresi e facilitano l’espulsione di piccoli calcoli renali.

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Articolo tratto da: Dieta Calcoli Renali My Personal Trainer