Il DPR 59/09: Obbligo trattamento acqua.
Rev. 4 aprile 2016 – (Tempo di lettura: 7 minuti)
E’ obbligo installare un sistema anticalcare dove la durezza è oltre 25°F?
RISPOSTA: SI – MA DIPENDE DOVE
Il trattamento è obbligatorio per gli impianti di nuova costruzione e in ristrutturazione.
Un esempio è quando si cambia la caldaia con una nuova a condensazione.
E Kalko Tronic, in quanto sistema fisico, si può utilizzare?
LA RISPOSTA E’ SI, ma solo sulla parte sanitaria.
Di seguito alcune linee guida di riferimento per la norma con l’uso di KALKO TRONIC
Ulteriore commento sull’uso di Kalko Tronic in riferimento alla legge
Impianti esistenti: Condominio o singolo appartamento
Nessun problema ad utilizzare Kalko Tronic.
Impianti nuovi caldaia singola : entro 100KW (Tipicamente unità immobiliari).
Per le abitazioni si può usare un dosatore polifosfato sotto caldaia per il primo carico d’impianto ed installare Kalko Tronic nella posizione tipica dell’addolcitore.
Dopo il primo avvio dell’impianto di riscaldamento il cliente potrebbe non ricordare di ricaricare il dosatore (situazione comune dopo 1-2 mesi di utilizzo): Kalko Tronic proteggerà l’impianto sanitario, tuttavia in caso di lavori straordinari sul circuito di riscaldamento (primario) è consigliabile ricaricare sempre il polifosfato per inserire acqua trattata.
Impianti nuovi centrali termiche
Entro i 100KW di potenza d’impianto può essere usato solamente un polifosfato per il carico caldaia.
Sopra i 100KW la legge indica l’obbligo di addolcimento delle acque per il carico di alimento dell’impianto primario, infatti è sempre previsto un addolcitore di piccola taglia (es: 7-9 litri resina) sul carico in centrale: l’acqua sanitaria può essere trattata con Kalko Tronic, nel rispetto delle leggi 31/2001 e 25/2012.
Impianti oggetto di ristrutturazione edilizia (appartamenti)
Caldaia singola: si deve prevedere sotto la caldaia l’inserimento di un dosatore polifosfati.
Centrale termica: si deve prevedere un addolcitore sul carico delle centrali termiche come indicato nel punto precedente.
Kalko Tronic può essere invece utilizzato per l’acqua sanitaria (dpr 31/2001).
Oltre 350KW: Si veda norma uni 8065
E’ importante leggere la normativa: il trattamento non è obbligatorio dal lato sanitario ma se utilizzato come unico trattamento potrebbe essere in contrasto con le leggi sull’acqua potabile, proviamo a capire meglio di seguito.
Il DPR 59/09 impone il trattamento acqua se si superano i 15°Francesi, tuttavia se avessimo un’acqua all’origine di oltre 55/65°Francesi la quantità di sodio per raggiungere i 15°F potrebbe essere superiore a quella consentita dalla DLgs 31/2001 e ribadita dal più recente DM 25/2012: ACQUA CONSIDERATA NON POTABILE.
L’Articolo 4 indica: “al comma 14 vengono fornite delle prescrizioni molto precise per quanto riguarda il trattamento dell’acqua destinata all’alimentazione degli impianti di riscaldamento.”
Kalko Tronic lascia il trattamento dell’acqua tecnica a chi di dovere (utilizzando polifosfati o addolcitori) e si adopera a salvaguardare la linea potabile, dove di acqua ne passa in quantità certo maggiore, riducendo i costi del singolo utente o dell’intero condominio.
Per soddisfare la normativa la soluzione più semplice per la singola caldaia è quella di installare un dosatore a polifosfati.
RICARICARE IL POLIFOSFATO: il problema di tutti
Tuttavia il cliente si dimentica spesso di ricaricarlo (una delle maggiori cause dei problemi allo scambiatore della caldaia): la funzione di Kalko Tronic diventa determinante per la salvaguardia dello scambiatore e delle tubazioni.
In caso di lavori sull’impianto termico (sostituzione di un radiatore o altri interventi), è importante la ricarica per poter inserire nell’impianto di riscaldamento acqua trattata chimicamente e preservarlo nel tempo.
La soluzione nelle centrali termiche dei condomini (dove sussiste una centrale termica centralizzata) è nota da tempo: viene installato un piccolo addolcitore da pochi litri resina in centrale termica (es: 7-9 litri resina con consumi molto bassi).
E’ un addolcitore più piccolo di quello che si installa a livello condominiale per l’utenza potabile: per 40 appartamenti, ad esempio, servono dimensioni come 200/250 litri resina, il cui consumo di acqua per i risciacqui è di 2000/2500 litri e 30-35 kg di sale per ogni rigenerazione.
I costi possono salire facilmente sui 4-6000 euro all’anno (manodopera di controllo e carico sale compresi).
Kalko Tronic è consigliato per l’uso d’acqua potabile.
Ulteriore approfondimento sulla legge
Alcuni punti che riteniamo importanti della legge 59/09.
Regolamento di attuazione dell’art.4 , comma 1, lettera a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005,
n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia
(Per il testo integrale del D.P.R. collegarsi al sito: http://efficienzaenergetica.acs.enea.it/doc/dpr_59-09.pdf)
Con il D.P.R. n° 59/09 l’Italia risponde alla chiamata della Comunità Europea per gli adeguamenti in materia di efficienza energetica prescritte dalle direttive 2002/91/CE (Rendimento energetico nell’edilizia) e 2006/32/CE (Efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici).
Il decreto definisce le metodologie, i criteri ed i requisiti minimi che edifici ed impianti devono possedere
relativamente a:
– climatizzazione invernale (vedi DLgs 192/05)
– preparazione di acqua calda ad usi sanitari
– climatizzazione estiva (principale novità rispetto al DLgs 192/05)
Di particolare interesse è l’Articolo 4 comma 14 che definisce i limiti di durezza dell’acqua e di potenza degli impianti in base ai quali scegliere il trattamento dell’acqua. In particolare si stabilisce che:
Per le specifiche sulle tipologie di trattamento e sulle modalità di esecuzione, il Decreto rimanda alla Norma UNI-CTI 8065.
Di seguito un breve estratto degli articoli salienti che compongono il decreto ministeriale.
Articolo 1
L’ambito di applicazione è quello del DLgs n°192 de l 19/08/2005 ed è relativo a:
- edifici di nuova costruzione
- edifici oggetto di ristrutturazione che coinvolgano l’ installazione di impianti termici nuovi (o parti di impianti)
in edifici esistenti o ristrutturazioni degli stessi impianti oppure sostituzione di generatori di calore.
Vengono definiti i criteri generali, le metodologie di calcolo ed i requisiti minimi per la prestazione degli
impianti termici sia per la climatizzazione che per la produzione di acqua calda per usi igienico- sanitari per
edifici di nuova costruzione oppure oggetto di ristrutturazione.
Articolo 4
Al comma 14 vengono fornite delle prescrizioni molto precise per quanto riguarda il trattamento dell’acqua
destinata all’alimentazione degli impianti di riscaldamento.
Per gli impianti di potenza complessiva inferiore a 350 kW non destinati alla produzione di acqua calda
sanitaria e con acque con durezza superiore ai 25 °F, oppure destinati alla produzione di acqua calda
sanitaria ma con durezza superiore ai 15 °F, vengon o date le seguenti prescrizioni:
- trattamento chimico di condizionamento per impianti di potenza nominale del focolare complessiva inferiore a 100 kW
- trattamento di addolcimento per impianti di potenza nominale al focolare complessiva compresa tra 100 e 350 kW
Si rimanda alla nota Norma UNI CTI 8065 per le modalità di esecuzione dei trattamenti.
Per quanto riguarda gli impianti di potenza superiore ai 350 kW restano valide le indicazioni fornite
dall’Articolo 5 comma 6 del DPR 412/93.
Articolo 5
Viene stabilito che i criteri generali e i requisiti per l’esercizio, la manutenzione e l’ispezione degli impianti
termici per la climatizzazione invernale continuano a seguire le indicazioni previste dal DLgs 192/05.
In particolare i soggetti responsabili del controllo e manutenzione degli impianti sono il proprietario, il
conduttore, l’amministratore o un terzo per essi e che l’elenco delle prescrizioni da rispettare sono elencate
nell’Allegato L del DLgs 195/05 e successive modifiche.
Alcuni punti che riteniamo importanti della norma UNI 8065
1.1 Oggetto
La presente norma ha per oggetto:
la definizione e la determinazione delle caratteristiche chimiche e chimico-fisiche delle acque impiegate negli impianti termici ad uso civile.
Più precisamente si esaminano le caratteristiche delle acque di alimento e reintegro del circuito in relazione ai seguenti tipi di impianti tecnici;
impianti di riscaldamento ad acqua calda;
caldaie a vapore a bassa pressione uso riscaldamento (diretto o tramite scambiatori) con elevato recupero di condense;
circuiti con acqua a temperatura maggiore di quella di ebollizione alla pressione atmosferica (acqua surriscaldata) fino a temperatura massima di 180 °C;
impianti di produzione di acqua calda sanitaria;
la descrizione dei sistemi di trattamento dell’acqua; l’illustrazione delle modalità di controllo nonché delle relative frequenze.
Nota — La presente norma non contempla il trattamento delle acque per generatori di vapore a pressione maggiori di i bar e per cicli ad acqua surriscaldata operanti a temperatura maggiore dl 180 °C facenti oggetto della UNI 7550.
1.3 Avvertenze
1.3.1 Per quanto concerne l’acqua calda sanitaria non potrà comunque essere previsto alcun tipo di trattamento che possa impedirne l’eventuale uso alimentare, relativamente ai parametri tossicologici e microbiologici previsti dalla Legislazione vigente, uso che, nella presente norma, è sempre considerato.
1.3.2 La presente norma considera inoltre che l’acqua destinata all’alimentazione degli impianti termici ad uso civile abbia, prima del trattamento, caratteristiche analoghe a quelle di un’acqua potabile.
5.2 Scelta dei trattamenti
La scelta del tipo di trattamento va fatta in base alle caratteristiche dell’acqua da trattare, al tipo di impianto ed ai limiti di purezza richiesti.
I vari tipi di trattamento (fisici, chimico-fisici, chimici) si utilizzano, secondo necessità, singolarmente o in combinazione tra di loro. Compito del committente è quello di definire le caratteristiche del tipo di impianto termico che intende adottare mentre compito del fornitore è quello di proporre il trattamento dell’acqua adatto facendo in modo che il committente possa scegliere l’apparecchio che più gli conviene tecnicamente ed economicamente (costo iniziale e di esercizio) nonché sotto il profilo della facilità di conduzione.
Questi compiti possono essere affidati a terzi competenti che possono svolgere un ruolo di consulenza e la cui posizione deve essere preventivamente definita tra le parti.
6.4 Impianti di produzione di acqua calda sanitaria (n.d.r.: alimentazione del circuito primario)
6.4.1 Trattamenti prescritti
In generale è necessario installare un filtro di sicurezza a protezione degli impianti. Successivamente, in base alle caratteristiche dell’acqua, si può installare un addolcitore e/o un impianto di dosaggio automatico proporzionale di condizionanti chimici (anticorrosivi e/o stabilizzanti di durezza di tipo alimentare).
6.4.2 Punti dl Intervento
Sia gli impianti di trattamento che i punti di immissione dei condizionanti devono essere a monte dei produttore di acqua calda.
6.4.3 Caratteristiche dell’acqua di alimento
Aspetto limpido.
Durezza:
fino a 25° fr di durezza temporanea si possono impiegare sia l’addolcimento che il condizionamento chimico di stabilizzazione della durezza e/o anticorrosivo.
Oltre i 25° fr di durezza temporanea è obbligatorio l’addolcimento.
Ove necessario, l’addolcimento sarà integrato da condizionamento chimico anticorrosivo e/o antincrostante.
Alcune informazioni interessanti
“Polifosfati”: cosa sono?
Sono composti inorganici derivanti dalla polimerizzazione del metafosfato di sodio NaPO3. Vengono aggiunti ai detersivi per migliorare l’azione del sapone e per ottenere una schiuma più abbondante: a questo scopo vengono utilizzati soprattutto polifosfati a catena polimerica compresa tra 2 e 25 atomi.
Quelli all’interno dei dosatori per caldaie si legano agli ioni Ca++ e Mg++, responsabili della durezza dell’acqua, formando molecole complesse: in tal modo viene evitata la formazione di incrostazioni e soprattutto si evita che tali cationi si leghino ai tensioattivi anionici e ne diminuiscano così la concentrazione;
Inoltre rafforzano l’azione detergente dei tensioattivi (sono presenti in una concetrazione del 1-2% nei detergenti): infatti i polifosfati vengono assorbiti dalle fibre e dallo sporco di natura polare, determinando la dispersione delle particelle di sporco mediante effetti di repulsione elettrostatica.
Controindicazione all’uso dei polifosfati è l’aumento di concentrazione di queste sostanze nelle acque: essi infatti agiscono come fertilizzanti delle piante acquatiche e delle alghe che, sviluppandosi, impoveriscono l’acqua di ossigeno, danneggiando così l’equilibrio biologico della vita acquatica.
Il ns. consiglio è l’uso moderato di questi prodotti, là dove effettivamente servono, lasciando poi lavorare attivamente i sistemi Kalko Tronic per la protezione degli impianti sanitari (scambiatore, tubazioni, serpentine), questo per preservare la natura dall’inquinamento chimico.
Link interessanti: